LA VITTORIA DI EUROPA 7 - INTERVISTA A OTTAVIO GRANDINETTI
Governo e Autorità per le Comunicazioni possono e devono modificare subito la legge Gasparri
di Gianni Rossi
Come
e quanto peserà la sentenza dell’alta Corte europea di Giustizia sul
caso “Frequenze TV – Europa 7”? Si potranno apportare da subito
modifiche sostanziali alla controriforma Gasparri, che tra l’altro ha
procurato all’Italia una Procedura di infrazione da parte della
Commissione europea, che se verrà applicata dopo un’ulteriore sentenza
dell’Alta Corte, costerà ai contribuenti italiani circa 400 mila euro
al giorno? Come rivalersi di questa nuova tassa, un balzello dovuto
all’irrisolto conflitto di interessi berlusconiano, introdotto
subdolamente dall’opposizione di centrodestra e non contrastato da un
governo di centrosinistra, “distratto” in altri campi, incapace di
attuare una delle promesse fatte durante la passata campagna elettorale?
Per Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, anche in virtù delle dichiarazioni fatte dall’Autorità di garanzia sulle TLC, “si deve provvedere all’immediata modifica delle legge Gasparri. D'altronde, l’Alta Corte europea ha confermato la medesima istruttoria dell’AGCOM che, a suo tempo, aveva rilevato l’esito di posizioni dominanti. Per quanto ci riguarda”, sostiene ancora Giulietti, “questo vale anche per il governo in carica, il quale può non può consentire che i cittadini italiani debbano pagare un’ennesima tassa, derivata dal conflitto di interessi berlusconiano e, per questo, promuoveremo specifiche azioni a tutela dei consumatori, anche attraverso le più opportune vie legali”.
Ne abbiamo parlato anche con il Professor Ottavio Grandinetti, docente di Diritto delle comunicazioni ed esperto di Diritto internazionale.
Alcuni commentatori sostengono che ora si può fare una
“class action” da parte dei cittadini per essere risarciti, all luce di
questa sentenza. Quali strumenti ci sono?
“Certamente i
cittadini sono danneggiati come beneficiari naturali del pluralismo
mancato in questi anni a causa di una legislazione contraria al
diritto comunitario. Ogni azione giudiziaria va valutata attentamente,
ricordando che le associazioni di consumatori si sono già rese
promotrici di un’iniziativa giudiziaria nel 2001 dinanzi al TAR del
Lazio, che poi portò alla sentenza della Corte Costituzionale, la quale
dichiarò l’illegittimità del regime transitorio introdotto con la legge
Meccanico.
Questo genere di iniziative ed altre similari, da studiare adeguatamente, potrebbero effettivamente essere intraprese anche da associazioni di consumatori e/ di cittadini , come Articolo 21.”.
Secondo Articolo 21, appunto, ora sia il Garante per le TLC
sia il governo, nonostante la crisi, possono intervenire per approvare
provvedimenti immediati per correggere il sistema dell’assegnazione
delle frequenze.
“Lo stato italiano, in quanto membro
dell’UE, e le sue articolazioni amministrative, come il ministero per
le comunicazioni e l’AGCOM, sono tenuti a rispettare il diritto
comunitario e, qualora riscontrino una incompatibilità tra la norma
nazionale e quella comunitaria, come ieri accertato dalla Corte nel
caso di Europa 7, devono pertanto disapplicare la norma nazionale ed
assicurare il rispetto della legalità comunitaria. Ne consegue che
ministero ed AGCOM non solo devono obbligatoriamente astenersi
dall’applicare le norme contrarie al diritto comunitario, che
consentono alle reti eccedenti di operare, ma dovrebbero anche
adottare tutti i provvedimenti necessari per adeguare il nostro sistema
a quello europeo.
E’ appena il caso di aggiungere che il ministero conserva tutti i suoi poteri anche in questo periodo di crisi e che l’AGCOM, quale Autorità amministrativa indipendente, è (o dovrebbe essere) del tutto estranea alle dinamiche politiche ed elettorali.”.
In questa lunga battaglia proprio tutti vi hanno lasciato
soli oppure ci sono state realtà che in qualche modo vi hanno sostenuto?
“Credo
che quando l’editore di Europa 7 , Francesco di Stefano, lamenta
l’isolamento e lo scetticismo che ha circondato in questi anni la sua
battaglia giudiziaria per ottenere giustizia, si riferisca soprattutto
alle istituzioni ed ai partiti e non, ovviamente, a quelle associazioni
ed altre aggregazione della cosiddetta “società civile”, prima fra
tutte Articolo 21 e il suo portavoce Beppe Giulietti, che invece hanno
sempre riconosciuto i suoi diritti e sostenuto le sue battaglie”:
02/02/200
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